Leishmaniosi canina
Medicina di Base e Medicina Preventiva
La Leishmaniosi è una malattia infettiva (parassitaria) a carattere zoonosico ad andamento generalmente cronico, causata da protozoi del genere Leishmania. L’infezione colpisce prevalentemente i mammiferi (uomo, canidi e roditori), anche se esistono parassiti propri dei sauri, di scarso interesse veterinario
I serbatoi dell’infezione sono rappresentati da alcune specie di mammiferi, responsabili del mantenimento a lungo termine di Leishmania in natura. In base alle specie dei parassiti in causa, i serbatoi possono essere rappresentati da mammiferi selvatici, domestici o anche, in casi particolari, esseri umani.
Molti serbatoi hanno raggiunto un adattamento a Leishmania, sviluppando forme d’infezione di gravità moderata, o anche del tutto asintomatiche, che possono persistere per molti anni, con l’importante eccezione del cane che solitamente sviluppa una malattia generalizzata e fatale, se non trattata
Nel cane la malattia si manifesta quasi esclusivamente nella forma generalizzata, detta anche «viscero-cutanea». Le forme ad esclusiva localizzazione cutanea, come nel bottone d’Oriente dell’uomo, sono rarissime ed anche in questi casi è stato possibile rinvenire i parassiti negli organi interni. Dunque la leishmaniosi canina è considerata una malattia viscerale in cui le lesioni cutanee sono una conseguenza della disseminazione del parassita (Slappendel et al., 1998).
Nonostante la presenza dei flebotomi nel periodo maggio-ottobre, la malattia non assume un carattere di stagionalità, in relazione al lungo periodo d’incubazione che, sperimentalmente, è risultato variare da un minimo di 1 mese ad un massimo di 4 anni.
Risultano più colpiti i cani adulti (età più frequente 3-7 anni, ma con limiti da 1 a 11 anni), senza distinzione di sesso, razza, lunghezza del pelo, che vivono in ambiente esclusivamente o prevalentemente extradomestico (il 72,4% dei cani colpiti vive in prevalenza all’aperto); il fatto che l’incidenza della patologia nei cani di piccola taglia sia molto bassa, probabilmente è proprio in relazione all’habitat strettamente domestico di questi animali (e conseguente minore possibilità di contatto con i flebotomi, soprattutto nelle ore notturne). Altresì modesta è l’incidenza nei cani anziani e questo fatto può ricondursi alla bassa longevità legata alla malattia stessa.
Febbre
Il decorso è generalmente subacuto o cronico; solo nel 4% dei casi, infatti, è possibile osservare una fase acuta con la comparsa di febbre (che interessa quasi esclusivamente giovani animali già debilitati da altri fattori), a differenza di quanto riportato nell’uomo, in cui l’ipertermia è un elemento pressoché costante come la diarrea e la tosse. Comunque i confini tra le varie manifestazioni cliniche sono sfumati, tanto che possono realizzarsi forme croniche che si acutizzano improvvisamente (i relativi segni risultano generalmente legati a patologie immunitarie secondarie all’infezione primaria). È stata riportata una forma acuta pura) con febbre, manifestazioni nervose e morte, difficilmente differenziabile da una forma di cimurro nervoso in considerazione della celerità dell’esito.Terapia
La risposta alla terapia specifica si realizza con una marcata variabilità individuale: la maggior parte dei pazienti mostrano un miglioramento clinico, alcuni rispondono bene ma poi vanno in contro a recidive ed alcuni non rispondono affatto. Il sistema immunitario gioca un ruolo certamente fondamentale nel determinismo della risposta all’infezione ed alla terapia, ma questo aspetto non è ancora sufficientemente chiarito per comprendere una tale variabilità di risposte individuali. Se gli animali presentano problemi renali, il parametro da tenere maggiormente presente è la creatininemia (buon indice della filtrazione glomerulare):- Creatininemia inferiore o uguale a 1,8-2 mg/dl non è opportuno diminuire le dosi del farmaco (antimoniato di n – metilglucamina)
- Creatininemia maggiore di 2 mg/dl si dimezza la dose del farmaco (somministrando la dose piena ad intervalli di un giorno);
- Creatininemia maggiore o uguale a 3 mg/dl si riduce la dose a 1/3 (dose piena un giorno sì e due no)
- Creatininemia da 4 mg/dl in su si riduce la dose a ¼;
- Sarebbe opportuno anche un’alimentazione adeguata (basso contenuto proteico) e ricorrere alla somministrazione di glicocorticoidi onde ostacolare la formazione di immunocomplessi
- Per animali con creatininemia elevata ma senza sintomatologia riferibile (atrofia muscolare, anoressia, vomito, disidratazione): Glucantim® 50 mg/kg ogni 48 ore + 0,5-1 mg/kg al giorno di prednisolone x 7 gg, segue controllo dell’azoto e, se i valori sono peggiorati, si sospende Glucantim® continuando il cortisonico fino al ripristino dei valori precedenti, continuando il protocollo x 15-30 giorni; se non c’è peggioramento si somministrano 100 mg/kg di Glucantim® ogni 48 ore x altre 2 settimane (controllando uremia e creatininemia ogni 7 gg) cui segue dosaggio pieno
- Per animali con creatininemia elevata con sintomatologia riferibile (atrofia muscolare, anoressia, vomito, disidratazione): desametasone 0,1 mg/kg al giorno EV, effettuando un esame giornaliero dei parametri relativi alla funzionalità renale; se questi tendono ad abbassarsi il desametasone viene sostituito col prednisolone, e se la creatininemia scende sotto 2,5 mg/dl si somministra Glucantim® 50 mg/kg per infusione EV lenta ogni 18 ore, controllando quotidianamente la funzionalità renale, in caso di aumento si sospende Glucantim® e si continua il cortisonico x 7-14 gg fino alla stabilizzazione dei valori di azoto e creatinina, dopodiché si introduce Glucantim® in dosi crescenti cercando di raggiungere 100 mg/kg al giorno se tollerato
- Altra terapia utilizzabile è quella effettuata con l’uso del MILTEFORANE®. Questo farmaco, somministrabile per via orale, permette di poter effettuare la terapia anche su animali che non si riesce a fare la terapia per via sottocutanea, ed è più pratico da somministrare da parte del proprietario in quanto si deve somministrare con il cibo
- Ulteriore farmaco utilizzabile sia come terapia che come farmaco preventivo è il Leishguard®. Anche questo, si somministra per bocca , ma ha un’attività immunostimolante per l’animale e viene utilizzato anche come farmaco preventivo nei confronti della malattia stessa
- può essere utilizzato solamente su pazienti sani (cani con vaccinazioni di base eseguite come da protocollo, e sverminazione recente) e testati nei confronti della leishmania e di altre malattie (devono essere eseguiti i test per Leishmania, Ehrlichia e Filaria). Inizialmente sono richieste tre vaccinazioni a distanza di tre settimane che andranno successivamente richiamate annualmente
- la difesa nei confronti di leishmania si instaura un mese dopo l’ultima vaccinazione
Protocolli consigliati da alcuni autori:
Prevenzione
Per prevenire la Leishmaniosi canina sarebbe indicato tenere il cane dentro casa con zanzariere, dopo il tramonto, durante il periodo estivo. In pratica diventa difficile specialmente per i cani che vivono in campagna per i quali si consiglia l’utilizzo di repellenti come il collare Scalibur e le gocce Advantix, che dovrebbero diminuire il rischio di punture. Nella prevenzione può essere utile anche uno spray: DUOWIN® 250 ml della Virbac composto di permetrina e piriproxifene, repellente contro pulci, zecche e flebotoma. E’ consigliabile usarlo in combinazione con un collare Scalibor o Advantix gocce. Il flebotomo punge principalmente le orrecchie, il muso e la zona tra le dita della zampa, zona non sempre ben protetta dal collare o le gocce usate sul dorso dell’animale. Lo spray viene quindi applicato proprio sulle orecchie, il muso (attenzione per gli occhi!) e tra le dita delle zampe ad intervalli di 2 settimane.Il vaccino per la Leishmaniosi canina è arrivato!!!!
Risultato di una ricerca durata 20 anni, grazie alla collaborazione di moltissimi ricercatori d’avanguardia, il vaccino è in grado di stimolare un’appropriata risposta immunitaria, specifica per Leishmania infantum, l’agente eziologico della patologia nel cane.Il vaccino, commercializzato da oltre un anno in Spagna, Grecia e Portogallo, riduce di 4 volte il rischio di sviluppare la forma clinica della malattia, non potendo impedire il contatto con l’insetto vettore. Prima della vaccinazione si consiglia di testare gli animali, verificandone l’eventuale positività: alla vaccinazione potranno accedere soltanto animali sani e sieronegativi. Il protocollo di vaccinazione, effettuato esclusivamente da personale medico veterinario, prevederà inizialmente 3 somministrazioni a distanza di 3 settimane e poi richiami annuali Il Centro Veterinario Horses & Pets Il Chirone ti fornisce in anteprima le informazioni per attuare la prevenzione vaccinale contro la Leishmania. Il nome commerciale del vaccino è CaniLeish®, prodotto dalla Virbac. Non è un vaccino tradizionale e, per essere utilizzato correttamente, il Medico Veterinario deve studiarne le caratteristiche ed il modo d’impiego. Vediamo in anteprima qualche indicazione: